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L’operazione Leone Marino

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Perché Hitler non ha mai invaso l’Inghilterra? Perché non ha mai attraversato il canale della Manica con una grande armata, come fatto da Claudio per conquistare la Britannia?

L’operazione in realtà era già stata pianificata. Nome in codice: Leone Marino.

Sudore, lacrime e sangue

Nel 1940 sembrava la guerra in Europa possa giungere al termine. La Francia è stata sconfitta in modo netto dai tedeschi, e il cancelliere tedesco Hitler propone la pace al Regno Unito.

I britannici avevano tutti i motivi per accettare. Non solo erano rimasti senza alleati ma avevano lasciato armi, equipaggiamenti e morale nella Francia da cui erano dovuti frettolosamente scappare.

La richiesta era assai dignitosa, e in molti pensavano che sarebbe dovuta essere accettata. L’evento portò nel maggio 1940 a una autentica crisi di governo, che rischiò di far cadere il Primo ministro Winston Churchill. Ma Churchill riuscì a prevalere, promettendo senza false promesse ai britannici “sudore, lacrime e sangue“. Era imperativo non lasciare mano libera in Europa ai nazisti.

Le gravi condizioni del Regno Unito, però, davano alla Germania la possibilità di discutere di un’invasione della Gran Bretagna. Qualcosa che non accadeva dai tempi della battaglia di Trafalgar, più di cent’anni prima.

Il piano era semplice: ottenere il controllo dei cieli per poi inviare diverse divisioni ad occupare la regione. La superiorità aerea avrebbe impedito alla marina militare britannica di intervenire, e dato il controllo del canale della Manica ai tedeschi.

Le varie fasi dell’operazione Leone Marino nei piani tedeschi

Per poter ottenere la superiorità aerea, però, bisognava sconfiggere la Royal Air Force (RAF). Sembrava impossibile, ma così era sicuramente sembrati i piani per attaccare la Polonia e la Francia. Le innovative strategie militari tedesche unite a una dose non indifferente di azzardo avevano funzionato, e potevano funzionare ancora.

La battaglia d’Inghilterra

I tedeschi potevano contare su una netta superiorità numerica, l’ottimo addestramento dei soldati e la qualità dei caccia. Avevano già dimostrato, poi, di saper condurre una guerra aerea nuova ed efficace.

 “Bombardate i porti, gli aeroporti, le strade, le fabbriche, le infrastrutture, bombardate le città, spargete il terrore ovunque e in breve ridurrete il nemico in ginocchio. Scordatevi gli eserciti, le trincee e i cannoni : nella guerra del futuro, l’aeroplano e solo l’aeroplano la farà da padrone. E la farà da padrone proprio perché facendo dovunque terra bruciata, renderà inutili gli eserciti, le trincee, i cannoni.”

Giulio Douhet, negli anni Venti

La situazione non era però così lineare. I caccia tedeschi avevano limiti nell’autonomia operativa, decisiva in questa situazione.

I tedeschi avevano sottovalutato poi gli inglesi e i loro sistemi di controllo. Questi erano capaci di individuare gli aerei tedeschi mentre ancora stavano partendo, in Francia.

A peggiorare la situazione, la Luftwaffe mancava completamente di informazioni. Spesso si trovò a sorvolare zone ben difese credendole scoperte, finendo per subire ingenti danni.

Tante poche erano le informazioni che possedevano che, per progettare lo sbarco sulla costa, dovettero affidarsi alle cartoline spedite dai turisti anni prima.

I tedeschi iniziarono i bombardamenti a luglio, colpendo prima i convogli navali che trovavano a tiro poi le stazioni radar.

La resistenza britannica

“I bombardieri nemici, non i caccia, sono il nostro obiettivo principale: concentratevi su di essi, rompetene la formazione, isolateli, inseguiteli uno per uno, non date loro tregua, attaccateli prima che sgancino le bombe.”

Sir Hugh Dowding, Maresciallo dell’Aria

I britannici dovettero spesso ricorrere a vecchi aeroplani e piloti con poche settimane di addestramento. Importante fu il contributo di piloti stranieri, polacchi e francesi, che però non parlavano una parola di inglese.

Nonostante l’inferiorità di mezzi, i britannici riuscirono a reggere il confronto col nemico. Risultarono vincenti le loro straordinarie capacità organizzative.

Ogni volta che una stazione radar veniva abbattuta, era subito ricostruita. E durante gli scontri i soccorsi arrivavano sempre al momento giusto, mentre spesso i bombardieri tedeschi si trovavano indifesi.

Venivano inoltre allestiti, come nel famoso esempio del Porto di Suez, dei finti campi di addestramento che venivano bombardati dagli ignari piloti tedeschi.

I britannici resistevano, ma sempre con fatica. E a metà agosto i tedeschi iniziarono coi bombardamenti intensivi degli obiettivi militari.

I piloti britannici, sempre meno numerosi e sempre meno esperti, erano costantemente in volo. Cosa più critica, gli aeroporti britannici erano costantemente bombardati. La Royal Air Force non avrebbe potuto continuare così a lungo. Di questo passo, si sarebbe dovuta ritirare sempre più a nord per sfuggire dai bombardamenti tedeschi.

Un errore decisivo

Ma i tedeschi non conoscevano le difficili condizioni del nemico: erano infatti privi di informazioni sulle perdite britanniche. E in quel momento di grande tensione, un evento apparentemente casuale cambiò le sorti della guerra.

Un pilota tedesco, uscito fuori rotta, sganciò le bombe che portava su Londra. Di tutta risposta, dei bombardieri britannici sganciarono altre bombe sulla città di Berlino. Non causarono pressoché alcun danno, ma questo evento segnò la strategia del governo tedesco.

“Se gli inglesi continuano ad attaccare le nostre città, io raderò al suolo le loro.

Adolf Hitler

Hitler diede ordine di bombardare le città inglesi, dirigendo gli sforzi bellici ad attaccare i centri urbani per abbattere il morale inglese.

Delle colonne di fumo si alzano dai porti londinesi durante i bombardamenti della città

È passato alla storia soprattutto il Blitz di Londra, durante il quale giorno e notte la capitale britannica venne bombardata senza sosta. Fu una tragedia che segnò a fondo i londinesi e i britannici tutti. Ma mentre avveniva tutto ciò gli aeroporti potevano essere ricostruiti, gli aerei prodotti in grandi quantità, i piloti addestrati.

A settembre i britannici si erano oramai riorganizzati, e i tedeschi avevano definitivamente perso il vantaggio che gli avrebbe permesso di sconfiggere il Regno Unito in breve tempo. La battaglia d’Inghilterra era finita.

E se la battaglia d’Inghilterra fosse stata vinta dai tedeschi?

Immaginiamo per un attimo che i tedeschi avessero vinto la battaglia d’Inghilterra, e avessero quindi iniziato per davvero l’operazione Leone Marino. Probabilmente il piano sarebbe fallito.

Anche se i tedeschi fossero sbarcati, i britannici erano pronti a costituire una linea difensiva e resistere vigorosamente.

Le limitate capacità della logistica tedesca erano il primo problema. Probabilmente non sarebbe stata in grado di far fronte allo sbarco di più di 10-11 divisioni. Per le quali comunque sarebbe stato necessario trasportare tonnellate e tonnellate di rifornimenti al giorno. Troppe poche per sperare nella vittoria.

La Royal Navy, la marina militare britannica, restava poi una delle più grandi e potenti flotte al mondo. Certamente alla prima occasione avrebbe cercato di riprendere il controllo del canale della Manica. Se ci fosse riuscita, le truppe tedesche sarebbero rimaste senza rifornimenti e si sarebbero dovute arrendere. E alle incursioni della marina si sarebbe unita anche la Royal Air Force che, seppur sconfitta, avrebbe continuato a combattere minando le fragili linee di rifornimento tedesche.

Anche vincendo la Battaglia d’Inghilterra, quindi, la Germania non sarebbe riuscita a conquistare la Gran Bretagna.

Cosa sarebbe successo se Hitler fosse riuscito a invadere l’Inghilterra?

A titolo di curiosità riportiamo alcune ipotesi su cosa sarebbe potuto accadere fosse riuscita l’operazione Leone Marino. Si tratta di una ucronia può vicina alla fantapolitica che alla ricerca storica, e come tale va trattata.

Il Regno Unito ne sarebbe uscito profondamente trasformato. Alla Scozia sarebbe stata concessa l’indipendenza, e l’Irlanda definitivamente unita in una repubblica indipendente.

In Inghilterra sarebbe stato intanto restaurato Edoardo VIII, re di simpatie naziste obbligato anni prima all’abdicazione.

Come in tutti i paesi sconfitti dai tedeschi, sarebbe iniziati piani di deportazione e sterminio, che avrebbero potuto riguardare larghe fasce di popolazione. L’orrore nazista non avrebbe avuto fine.

Questo articolo è stato pubblicato originariamente il 19 luglio 2017 da LNS.

Sitografia

I tanti e i pochi (Storie e Storia)

Operation Sea Lion (Wikipedia)

La Battaglia d’Inghilterra (lasecondaguerramondiale.it)

L’operazione Leone Marino e la battaglia d’Inghilterra (icsm.it)

10 LUGLIO 1940: la battaglia d’inghilterra (lasecondaguerramondiale.weebly.com)

Di Davide Leone

Studente universitario, appassionato di classici e utente Manjaro Linux; ha fondato Polimathes alla fine del 2017.